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Coltivazione Peperoncino

SEMINA E GERMINAZIONE
 

Il periodo in cui normalmente vengono seminati all'aperto i peperoncini va da Marzo a Maggio, quando cioè la temperatura minima non va al di sotto dei 15°C. Questa semplice regola fa capire che per chi vive al Nord Italia, probabilmente lo farà a Maggio, mentre chi vive al Sud, lo farà ai primi di Marzo.

C'è da fare una distinzione importante tra i capsicum annuum (con dei tempi di maturazione che vanno dai 60 ai 90 giorni dopo la germinazione) e i capsicum chinense (con tempi di maturazione di 120 giorni circa). Quest'ultimi sono i peperoncini più piccanti al mondo e tra le tante varietà più note, troviamo gli Habanero, Bhut Jolokia, Naga Morich, Trinidad Moruga Scorpion ecc.

Per chi ha intenzione di coltivare queste varietà, consiglio di non trascurare la sezione "metodo scottex", in quanto spiegherà come anticipare notevolmente i tempi di germinazione.

Se invece volete limitarvi a coltivare i capsicum annuum, utilizzando una piccola serra (vedi foto in basso), potete anticipare di qualche mese la semina all'aperto e così facendo, riuscirete ad avere delle piante adulte e pronte alla produzione dei frutti già all'inizio dell'estate.
 

Una delle cose più importanti è il terriccio in cui seminare che dovrà essere morbido e di grana fine, in modo da non ostacolare la crescita delle radici nei primi mesi di vita.

Per quanto riguarda i vasi in cui effettuare la semina, basta avere dei piccoli vasetti anche da 5 cm di diametro e seminare uno o al massimo due semi per vaso. Oppure ancora meglio nelle seminiere, cioè contenitori di plastica con tanti fori di diametro molto piccolo (anche 2 cm) dove seminare un unico seme per ogni foro. Anche i classici bicchierini da caffè sono ottimi.

Una volta scelto il contenitore ed il terriccio, non si deve fare altro che interrare il seme a 1 cm dalla superficie e rendere umida quest'ultima con uno spruzzino, in modo da non spostare il seme dalla posizione in cui si trova. Questa è una delle fasi più delicate...attenzione a tenere sempre umido il terriccio ma non inzuppato, perchè potreste far marcire i semi.

Evitare nel modo più assoluto i ristagni, per scongiurare l'insorgere di funghi e patologie in generale.

I vasi con i semi dovranno essere posizionati in un posto soleggiato o comunque caldo anche perchè la temperatura ottimale per la germinazione varia dai 20°C ai 30°C. Più bassa è la temperatura, più tempo ci vorrà per la germinazione.

In condizioni ottimali, con la temperatura mantenuta costantemente (24 ore su 24) sopra i 20°C, la germinazione avverrà in 3 o 4 settimane al massimo (alcune specie richiedono tempi più lunghi).

Adesso dovete solamente aspettare che escano fuori le prime due foglie (chiamate cotiledoni) che inizieranno la fotosintesi clorofilliana, dando così nutrimento alle radici e quindi, permettendo lo sviluppo delle stesse.
 

METODO SCOTTEX
 

Per chi coltiva il peperoncino in climi freddi, oppure vuole anticipare ulteriormente i tempi, magari per avere il piacere di coltivare le varietà che richiedono tempi molto lunghi di fruttificazione (come i capsicum chinense menzionati sopra), può avvalersi del cosiddetto "metodo scottex", il quale consiste nel mettere i semi di peperoncino sopra dei strati di carta assorbente, bagnandola senza esagerare.

Il tutto dev'essere messo in un contenitore di plastica trasparente, dotato di coperchio dove verranno praticati dei piccoli fori, in modo che all'interno ci sia la giusta circolazione dell'aria che insieme all'umidità creerà l'ambiente ideale per la germinazione. Questo contenitore che sarà l'incubatrice dei nostri semi, lo chiameremo scottexbox (o se preferite......germbox).

In questa fase non è necessaria molta luce, quindi basta posizionare il nostro germbox vicino ad una finestra anche senza sole diretto. Dopo qualche giorno, si formeranno delle piccole gocce di acqua sul fondo. Questo significa che all'interno c'è presenza di umidità, quindi tutto sta funzionando nel modo giusto. Se vi accorgete che lo scottex è troppo asciutto, bagnatelo con un contagocce, possibilmente bagnando direttamente i semi, in modo che oltre ad inumidire lo scottex, nello stesso tempo ammorbidirete la cuticola dei semi facilitando così la fuoriuscita della radichetta.

Come sempre, una delle cose più importanti per la germinazione è la temperatura. Se riuscite a mantenerla per tutto il giorno, in un valore compreso tra 20°C e 30°C, la germinazione avverrà nel giro di una settimana o poco più.

La domanda allora nasce spontanea: Come faccio a mantenere una temperatura costante dai 20°C in su dentro casa, nei primi mesi dell'anno?

Le soluzioni possono essere tre: La prima è di tenere i termosifoni (o climatizzatori) sempre accesi facendo sì che la temperatura della stanza sia sempre costante. Questo metodo è il più efficace, ma chiaramente è il più costoso per via del dispendio di energia elettrica.

Il secondo metodo è quello di creare un lightbox, che consiste semplicemente nel mettere il germbox dentro una scatola chiusa (in legno, cartone, plexiglass o vetro) e posizionare all'interno (sopra il germbox) una luce calda.

In questo modo dovrete preoccuparvi soltanto di riscaldare l'ambiente interno alla scatola (con un notevole risparmio di energia elettrica) e con un termometro qualsiasi potrete monitorare la temperatura (che non dovrà mai superare i 30°C).

Tenete presente che le vecchie lampadine vanno benissimo per questo scopo proprio perchè riscaldano parecchio, quindi regolatevi con i watt, in modo da trovare la giusta combinazione (watt/grandezza lightbox).

Il terzo metodo invece è quello di acquistare una miniserra riscaldata il quale, mediante un tappetino riscaldante (già incluso), provvederà a mantenere la temperatura e l'umidità ottimale all'interno. Tutto quello che dovrete fare è attaccare la spina nella presa di corrente e controllare di tanto in tanto la temperatura interna.

In commercio se ne trovano di vari prezzi e dimensioni, ma in linea di massima con meno di 50 euro, riuscirete ad acquistarne una perfetta per lo scopo. Solitamente i consumi variano dagli 8 ai 20 watt circa.

Una volta che avverrà la germinazione e i cotiledoni saranno ben visibili, potrete trapiantarli nei bicchierini di plastica, con il terriccio per semina, stando attenti a non danneggiare la radichetta. Io personalmente mi aiuto con una graffetta, in modo da sollevare delicatamente la radice che di solito è attaccata alla carta.

Di seguito trovate le immagini che illustrano un tipico germbox e la germinazione avvenuta all'interno.

Se volete diminuire ulteriormente di qualche giorno i tempi di germinazione, potete mettere i semi a bagno su un infuso di camomilla per 24/48 ore massimo. Fatto questo, dovrete sciacquare i semi con acqua dolce e posizionarli nel germbox. In questo modo, gli stessi verranno disinfettati (scongiurando l'insorgere di muffe) e la cuticola verrà ammorbidita, velocizzando la germinazione.

Questo metodo viene chiamato "Osmopriming".

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I PRIMI MESI
 

Una volta spuntate le prime foglioline (vedi foto), le piante hanno bisogno di più luce possibile (evitando per adesso un'eccessiva esposizione al sole diretto).

Se avete seminato nel periodo primaverile, continuate a somministrare acqua tramite uno spruzzino, evitando così i ristagni menzionati sopra. Nel frattempo aumentate gradualmente l'esposizione al sole diretto, in modo da irrobustire le piantine e farle crescere nel modo migliore.

Eventuale mancanza di luce porterà alla cosiddetta "filatura" della pianta, cioè la crescita eccessiva in altezza (proprio per cercare la luce), a discapito dello spessore del fusto. Pertanto la pianta sarà debole e non appena farà i primi frutti, non riuscirà a sostenerne il peso con la conseguente morte.

Col passare delle settimane, vedrete le vostre piante crescere a vista d'occhio. Se avete messo più di un seme per ogni vaso, arrivati a questo punto, potrete iniziare a selezionare le piante più robuste, che vi garantiranno una maggiore produzione di frutti e di conseguenza dei semi migliori per l'anno successivo.
 

COLTIVAZIONE INDOOR
 

Se avete seminato nei primi mesi dell'anno utilizzando il metodo scottex, oppure abitate al Nord Italia, la temperatura media sarà sotto i 15°C, quindi le piantine non potranno essere portate all'aperto, poichè morirebbero nel giro di qualche giorno.

Per ovviare a questo problema, bisogna attrezzarsi per la cosiddetta "coltivazione indoor", ovvero dentro casa, portando le piantine in un piccolo spazio del vostro appartamento (o uno scaffale) e mettendo sopra di esse una luce artificiale che sostituirà la luce del sole. In questo modo, potrete portare avanti la crescita, nell'attesa che arrivi la stagione giusta per portarle all'aperto.

Tra le varie lampade utilizzate di solito per tale scopo, troviamo i classici neon tubolari a luce bianca (le migliori sono Day Light) oppure i pannelli LED (con luce rossa e blu) che consumano molti meno watt, anche se costano di più ma hanno il vantaggio di produrre pochissimo calore, quindi non c'è il rischio di danneggiare le piccole piante.

Ho specificato luce "rossa e blu" perchè sono i colori assorbiti per la fotosintesi clorofilliana. Più precisamente, il blu per la fase di crescita vegetativa e il rosso per la fase di fioritura.

Utilizzando una presa temporizzata, potrete impostare le ore di luce che vorrete far assorbire alle vostre piante (vi consiglio tra le 13 e le 16 ore giornaliere).

Io utilizzo sia i neon tubolari che i LED e devo dire che ho ottenuto sempre risultati soddisfacenti con entrambi. Mi limito a posizionare le piantine in uno scaffale e piazzare sopra di esse le lampade ad un'altezza di circa 5 cm, facendo sempre attenzione che la temperatura dell'ambiente circostante non scenda sotto i 15°C.

Per capire se la luce artificiale che state usando è sufficiente, basta osservare il fusto delle piantine; se è sottile e verde pallido, significa che non è sufficiente e le piante stanno filando, mentre se è robusto e di colore tendende al violaceo o verde scuro, allora stanno crescendo benissimo.

Di seguito trovate le foto che danno un'idea di tutto quello che ho descritto.

Ricordate sempre che la cosa migliore è sperimentare di persona i vari metodi, in modo da poter trovare quello che per voi è il migliore.

Non esiste nessuna legge o regola ben precisa che bisogna seguire, quindi prendete tutti i miei consigli come piccoli spunti per poi trovare il metodo ideale e più consono alle vostre possibilità.
 

TRAPIANTO IN VASO DEFINITIVO
 

Non appena le giovani piante avranno sviluppato almeno 4 foglie (oltre i cotiledoni), potrete iniziare l'operazione di trapianto in quella che sarà la loro dimora fino alla morte.....

Personalmente ho avuto esperienza per la sola coltivazine in vaso, anche perchè è molto più pratica e da la possibilità di spostare le piante nella migliore posizione. Inoltre, le piante di peperoncino non necessitano di spazi esagerati, quindi considerando che basta un piccolo balcone o terrazzo, sarà il tipo di coltivazione che verrà trattato.

Per prima cosa, è necessario preparare i vasi con un terriccio adeguato (quello usato per la semina non va bene). Potreste utilizzare un terriccio universale già concimato e aggiungere del concime liquido a basso contenuto di azoto (per evitare crescita eccessiva in altezza) ed alto contenuto di fosforo e potassio.

In commercio si trovano tanti tipi di concimi liquidi e nella descrizione della composizione è indicato qualcosa tipo 15-15-15. Questo indica la percentuale di Azoto (N), Fosforo (P) e Potassio(K).

Fate attenzione quindi che il concime che andrete ad acquistare, non abbia un contenuto di N maggiore rispetto agli altri.

In alternativa al concime liquido, potete mischiare il terriccio universale con dello stallatico che fungerà da concime.

Un'altra cosa importante è quella di mettere uno strato di argilla espansa (circa 2 cm) nel fondo del vaso e mischiare il terriccio con un po' di essa. Questo servirà a favorire il drenaggio dell'acqua in eccesso, evitando i ristagni.

Il trapianto è un'operazione delicata e dev'essere fatta con cura. Per prima cosa, bagnate leggermente il terriccio del vaso in cui è attualmente posizionata la pianta, in modo che sarà più morbido e più facila da rimuovere. Inoltre riempite il vaso di destinazione lasciando un buco tale da contenere la pianta con il pane di terra originale.

Fatto questo, tornando al vaso di origine, utilizzando un taglierino o qualsiasi altra cosa simile, inseritelo fino in fondo nella parte del terriccio che è a contatto col vaso e ruotate per tutta la circonferenza dello stesso, in modo da separare il pane di terra dalle pareti. Dopodichè non dovete fare altro che capovolgere il vaso, tenendo con una mano il terriccio, in modo da sfilare via tutto il pane di terra con la pianta.

Se la piantina è cresciuta abbastanza, noterete che le radici hanno preso la forma del vaso di origine. In questo caso è molto importante sgretolare il pane di terra cercando delicatamente di liberare le radici. Se questo non viene fatto, la pianta avrà una crescita molto lenta o (ancora peggio) non crescerà affatto, in quanto le radici, avendo la stessa forma di prima, non riusciranno ad allungarsi e raggiungere il nuovo terriccio, pertanto è come se rimanessero intrappolate in se stesse.

Una volta aver liberato le radici, basta inserire il tutto nel foro del vaso di destinazione ed assestare il terreno circostante in modo che diventi più uniforme possibile. Come ultima operazione, bisogna innaffiare il nuovo vaso con la pianta, in modo che la stessa si riprenda e le radici vengano a contatto con la nuova casa.

Per quanto riguarda la dimensione dei vasi definitivi, considerate che più grandi sono e meglio è....

In linea di massima, vi consiglio di non utilizzare vasi con diametro inferiore ai 25 cm.

Ora che la pianta è nel vaso definitivo, continuate ad annaffiare regolarmente, evitando i ristagni di acqua ed osservando di tanto in tanto le foglie per verificare eventuali anomalie nelle stesse (vedi la sezione apposita). Così facendo, vedrete che nel giro di 2 mesi inizieranno a spuntare i fiori che subito dopo (nel 90% dei casi), si trasformeranno in peperoncini.

Molti coltivatori consigliano di potare i rami superflui. Solitamente vengono considerati tali, i rami che si sviluppano alla base del fusto, in pratica sono quelli che non seguono la tipica forma a Y della pianta.

Vengono eliminati perchè tolgono energia vitale alla pianta, facendo produrre meno fiori o dando vita a frutti più piccoli del normale, per questo motivo vengono chiamati "succhioni". Per esperienza personale, consiglio di andarci piano con la potatura, perchè spesso da questi rami, ho ottenuto invece moltissimi fiori che si sono poi dimostrati portatori di ottimi frutti. Pertanto il mio consiglio è di lasciare che la pianta si regoli da se, intervenendo solo nei rami meno vigorosi e potando naturalmente i rami secchi.

Un altro motivo che spinge molti coltivatori alla potatura (soprattutto i vivaisti), è l'esigenza di dare alla pianta delle forme ben stabilite, per esempio se si vuole che la pianta sviluppi di più in altezza piuttosto che in larghezza. Questo potrebbe però causare uno stress tale, da farla sviluppare meno di quanto avrebbe fatto se non fosse stato potato nulla.

Quando effettuate la potatura, ricordate di lasciare almeno 1 cm del ramo tagliato, perchè se il taglio viene effettuato troppo a ridosso del fusto principale, potrebbero sorgere delle malattia che colpirebbero tutta la pianta.

Spesso capita che il terriccio in superficie si indurisce a causa dell'eccessivo caldo, formando una specie di crosta che ostacola l'ossigenazione delle radici causando un rallentamento della crescita. In questo caso, utilizzando ad esempio una forchetta, è bene grattare la superficie smuovendo un po' di terriccio (circa 1 cm di profondità), in modo da permettere all'ossigeno di penetrare all'interno, ossigenando le radici e permettendo alla pianta di crescere regolarmente.

Non dimenticate di mettere un tutore per sostenere la pianta ed evitare che si spezzi in caso di forte vento. Una semplice canna di bambù va più che bene e per legarla al fusto, potete usare un qualsiasi nastro o fil di ferro.
 

Quando finalmente andrete a raccogliere i vostri peperoncini, ricordatevi che se nelle 48 ore precedenti non avete dato acqua, gli stessi risulteranno molto più piccanti. Se invece avete annaffiato da poco...la piccantezza sarà minore.

A voi la scelta........... 

A proposito della piccantezza, esiste una vera e propria unità di misura per determinarla, chiamata "scala di Scoville", che prende il nome dal suo scopritore Wilbur Scoville.

Il numero di unità di Scoville (SHU - Scoville Heat Units), indica la quantità di capsaicina equivalente contenuta nel peperoncino, quindi più alta è.......più piccante sarà il peperoncino in questione. La potete vedere nella pagina precedente.

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